Citazioni dei docenti



Si manifesta in giovanissima età – quasi universalmente – con profonde questioni metafisiche. Ma non tutti preservano il talento filosofico dei bambini. Un sintomo che lo avete ancora è l’unanime giudizio di professori e parenti: “è un sognatore….”. Ma non basta: il futuro filosofo sa immaginare tutti i mondi possibili diversi da questo, ma sa anche come risvegliarsi ogni giorno dal sonno della ragione, che produce mostri, oltre che sogni. E non basta, se non c’è lo stupore profondissimo per ogni cosa esistente. Non lo stupore di stupidità, ma quello di meraviglia. Nel mondo, la gente li confonde facilmente. Se avete letto un sorriso ironico nello sguardo di un amico, o se qualcuno vi ha dato dello stupido, pensateci: forse la filosofia vi aspetta. Ma neanche questo basta, se dell’esistenza di ciascuna cosa non avete chiesto: perché? E neppure questo basta, se non c’è a volte dolore in quel “perché?”. Decisamente, il talento filosofico è una cosa rara. 

Prof.ssa Roberta De Monticelli
Ordinario di Filosofia della persona





La storia della parola ci dice che, in origine, il talento è un’antica unità di misura, un peso, di quelli che fanno inclinare il piatto della bilancia e fungono da contrappeso alla merce da vendere (di qui il sinonimo di talento come “inclinazione”). Col tempo “talento”, è diventato il nome di una moneta, d’oro o d’argento. In questa forma la parola passa alla nostra immaginazione grazie a una famosa parabola evangelica (Mt. 25,14) che - in modo che mi è parso sempre un po’ spietato - esalta i servi che hanno saputo mettere a frutto i talenti dati dal padrone e caccia il servo che, per umanissima paura di perderlo, seppellisce il solo talento che il suo signore gli ha dato. Certo, l’ammaestramento del Vangelo a mettere a frutto i propri talenti e a non nasconderli sotto terra è chiaro e condivisibile. Tuttavia, come dicevo, la punizione del servo pavido mi è sembrata assolutamente crudele e spropositata. E poi, in fondo, non ha già distinto il padrone, nel distribuire i talenti – 5 al primo, 2 al secondo e solo 1 al terzo -, i servi di cui si fida, da quello di cui, in qualche modo, già dubita? E, come non vedere che è molto più difficile avere il coraggio di rischiare quando si ha un solo talento e perderlo significa perdere tutto, che rischiarne 5 o 2? Il racconto evangelico non dice come i due servi abbiano messo a frutto i loro talenti. Di sicuro, tuttavia, avendone più di uno, hanno potuto attenuare i rischi distribuendoli in più investimenti, come, del resto, si fa ancor oggi. Allora, se abbiamo un po’ di talento filosofico, il vantaggio che il padrone ha dato ai primi due servi, rispetto al terzo, è inaccettabile e ferisce il nostro senso di ingiustizia. Il talento filosofico è, infatti, quell’inclinazione a interrogarsi e a mettere in discussione ciò che si dà per scontato. Il significato delle storie, anche le più sacre e autorevoli, come quello della realtà condivisa e, in essa, delle istituzioni e dei valori che tutti accettano, per inerzia, conformismo o, come il servo pavido, per scarso coraggio. Il filosofo è il nemico dell’ovvio. Sa dir di no. Ma il suo è un “no” che costruisce, che dischiude l’orizzonte creativo del nuovo. Senza orgoglio, con umiltà e semplicità. Il suo unico talento non è né d’oro, né d’argento, ma leggero come la piuma di Maat, l’antica dea egiziana della giustizia e dell’ordine universale. Nel giudizio dei morti Maat pone la sua piuma sul piatto della bilancia, ed è salvo solo chi ha il cuore più leggero di quella. Non sempre ciò che è pesante e duro, come il metallo prezioso o la quantità di talenti, è ciò che salva, nell’altra vita come in questa.

Andrea Tagliapietra
Ordinario di Storia della filosofia
Presidente del corso di laurea magistrale in Scienze filosofiche




Talento filosofico e' inesauribile passione per l' uso della ragione.

Matteo Motterlini
Ordinario di Filosofia della scienza; Economia cognitiva e Neuroeconomia
Presidente del Corso di Laurea Triennale in Filosofia




 Il talento è un tesoro nascosto. Trasformarlo in carattere è l'essenza del merito

Roberto Mordacci
Ordinario di Filosofia morale; Etica e soggettività; Filosofia della storia; Bioetica
Preside Facoltà di Filosofia




Il talento è un dono della natura che implica responsabilità: può rimanere inespresso, e dunque andare perduto; o, tramite sforzo e intelligenza, tradursi in atto, e così produrre cose giuste e buone.

Diego Fusaro
Ricercatore in Storia della Filosofia




"Intesi ch’a così fatto tormento / enno dannati i peccator carnali, / che la ragion sommettono al talento". La Filosofia non è Francesca. ‪

Giuseppe Girgenti
Associato di Storia della Filosofia Antica


 


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